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Una lettera dal Purgatorio di San Patrizio

[di FERDINANDO MARFELLA] - Nella ricorrenza del cinquecentenario della morte dell'umanista alvitano Mario Equicola, riprendiamo alcune interessanti storie che avevamo intrecciato nei passati anni, in varie occasioni, con l'Archeoclub Val di Comino e che collegano la città di Alvito con le grandi capitali del Rinascimento. [1] [2]

Nel 1517, il viaggio trionfalmente riportato da Mario Equicola nell'Iter in Narbonensem Galliam, ovvero in Provenza, aveva spinto Isabella d’Este Gonzaga, marchesa di Mantova, a esplorare altre possibili mete di pellegrinaggio. Come di consueto, si informava sulle corti europee per monitorare eventuali alleanze o minacce per il suo piccolo marchesato, avvalendosi sia di canali diplomatici ufficiali sia di reti informali costruite attraverso legami tra gentildonne e informatori a loro collegati [3]. Al ritorno dalla Provenza, Francesco Chiericati, al servizio del cardinale Adriano Castellesi e segretamente informatore di Isabella, le scrisse di un pellegrinaggio che si svolgeva verso l’eremo di Clogher, un luogo caro alla corte inglese di Enrico VIII [4], al quale Chiericati stesso aveva partecipato, percorrendo la via del Purgatorio di San Patrizio. [5]


In alto: il cartiglio del Chiericati, vista sul lago del Purgatorio di San Patrizio, ritratto di Francesco Chiericati. In basso: Enrico VIII, Re di Inghilterra, Statua di San Patrizio presso l'eremo del Purgatorio, Isabella d'Este Gonzaga, Marchesa di Mantova.
In alto: il cartiglio del Chiericati, vista sul lago del Purgatorio di San Patrizio, ritratto di Francesco Chiericati. In basso: Enrico VIII, Re di Inghilterra, Statua di San Patrizio presso l'eremo del Purgatorio, Isabella d'Este Gonzaga, Marchesa di Mantova.

Nel 1180, in Inghilterra, divenne famosa la storia di un guerriero irlandese, Owein, che attraversò fisicamente l'aldilà, partendo da una grotta in Ulster. Il suo viaggio, che lo portò dal purgatorio al paradiso terrestre e poi di ritorno, purificava i peccati. Questa narrazione, trascritta e commentata teologicamente da frate H., contribuì alla diffusione del concetto di purgatorio come un “terzo luogo” ultraterreno, posto tra paradiso e inferno. La storia divenne molto popolare, grazie a vari volgarizzamenti, tra cui quello in lingua d’oïl di Maria di Francia. Constatiamo che il viaggio di Owein ebbe luogo diversi decenni dopo quello del piccolo Alberico da Settefrati, il quale era nato nel 1100 ed aveva avuto una visione del mondo ultraterreno all'età di dieci anni, descrivendo tra altre cose anche il ponte del capello che attraversava il fiume Purgatorio. [6]

I rapporti tra la corte dei Gonzaga e quella inglese erano stati amichevoli nei decenni precedenti. Nel 1514, infatti, Enrico VIII aveva ringraziato il marchese di Mantova per i cavalli di razza "nostrana" ricevuti in dono. I Gonzaga erano rinomati in tutta Europa per i loro cavalli da guerra, e ancora oggi, nel palazzo Te di Mantova, possiamo ammirare gli affreschi che celebrano i cavalli preferiti da Federico II, figlio di Isabella. Come di consueto, il marchesato dei Gonzaga scambiava doni con le famiglie potenti a loro alleate, e tra queste vi era anche la corona inglese. Tuttavia, le informazioni riguardanti il pellegrinaggio a Clogher non portarono Isabella a intraprendere un nuovo pellegrinaggio, probabilmente perché la linea diplomatica dei Gonzaga in quel periodo non richiedeva alleanze con la corte inglese, già incastrata nel delicato e precario equilibrio dello scacchiere italiano di inizio Cinquecento.

Francesco Chiericati, nato a Vicenza nel 1479 e morto a Bologna il 6 dicembre 1539, fu un vescovo cattolico italiano e umanista noto per i suoi prestigiosi incarichi ecclesiastici e le sue delicate missioni diplomatiche. Entrò nelle più care stime degli Estensi e quindi di Isabella, sempre legata alla nativa Ferrara, quando riuscì a recuperare una lettera infamante dalla cancelleria papale che avrebbe compromesso il cardinale Ippolito I d'Este, fratello di Isabella, prima che fosse letta dal Papa. Nel 1515, fu inviato come Nunzio papale alla corte di Enrico VIII in Inghlterra, da dove scriveva lunghe lettere a Isabella, tante delle quali saranno passate per le mani del suo segretario personale Mario Equicola. [7]

Francesco Chiericati divenne noto anche per le sue corrispondenze con figure illustri come Erasmo. In una delle sue lettere indirizzate a Isabella d'Este, Chiericati racconta il suo affascinante viaggio al Purgatorio di San Patrizio in Irlanda. Questo sito, situato su un’isola in un lago circondato da colline, era noto per le sue pratiche penitenziali e le esperienze mistiche che i pellegrini vivevano durante la visita.

Chiericati ottenne il permesso del re Enrico VIII e partì da Londra, attraversando l'Inghilterra fino a Chester, da dove si imbarcò per Dublino. La città, descritta come un importante porto commerciale e una metropoli ben popolata, rappresentava la prima tappa del suo viaggio. Una volta giunto al Purgatorio di San Patrizio, Chiericati descrisse la disposizione del luogo: una piccola chiesa, una grotta e tre campane dedicate a San Brigida, San Patrizio e San Columba. La grotta, considerata il cuore del purgatorio, era il luogo in cui i pellegrini si sottoponevano a pratiche penitenziali, tra cui digiuni e preghiere.

Chiericati racconta delle esperienze dei pellegrini che entravano nella grotta: alcuni vedevano visioni, altri subivano tentazioni demoniache. Alcuni uscivano smemorati o pazzi, mentre altri non vedevano nulla ma soffrivano fame e freddo. Dopo aver completato il pellegrinaggio, Chiericati fece ritorno a Dublino, descrivendo il suo viaggio di ritorno attraverso varie città e abbazie. Offrì anche osservazioni sulla geografia, sul clima e sulla popolazione dell’Irlanda, descrivendo la povertà del paese e le abitudini dei suoi abitanti.

Le informazioni fornite da Chiericati sembrano essere coerenti con le distanze e i tempi di percorrenza del Cinquecento, quando i viaggi erano lunghi e difficoltosi, influenzati dalle condizioni stradali, dal clima e dalla mancanza di mezzi di trasporto moderni. Sebbene sia già stata avanzata l'ipotesi che la lettera sia stata scritta solo successivamente al viaggio, dopo il ritorno a Londra, ecco alcune considerazioni a riguardo.


  • Da Londra a Chester: La distanza via terra tra Londra e Chester è di circa 300 km. Nel Cinquecento, un viaggio di questa distanza avrebbe potuto richiedere diversi giorni, a seconda delle condizioni stradali e del mezzo di trasporto utilizzato.

  • Da Chester a Dublino: La traversata marittima da Chester a Dublino è di circa 150 km. A seconda delle condizioni meteorologiche e del tipo di imbarcazione, questo viaggio avrebbe potuto richiedere da uno a tre giorni.

  • Da Dublino a Drogheda: La distanza tra Dublino e Drogheda è di circa 50 km. Questo viaggio avrebbe potuto richiedere uno o due giorni a cavallo o a piedi.

  • Da Drogheda a Dundalk: La distanza tra Drogheda e Dundalk è di circa 30 km, un viaggio di un giorno.

  • Da Dundalk a Armagh: La distanza tra Dundalk e Armagh è di circa 50 km, un viaggio di uno o due giorni.

  • Da Armagh a Clogher: La distanza tra Armagh e Clogher è di circa 40 km, un viaggio di uno o due giorni.

  • Da Clogher a Fermanagh: La distanza tra Clogher e Fermanagh è di circa 30 km, un viaggio di un giorno.

  • Da Fermanagh a Tyrone: La distanza tra Fermanagh e Tyrone è di circa 40 km, un viaggio di uno o due giorni.

  • Da Tyrone a Omagh: La distanza tra Tyrone e Omagh è di circa 30 km, un viaggio di un giorno.

  • Da Omagh al Purgatorio di San Patrizio: La distanza tra Omagh e il Purgatorio di San Patrizio è di circa 50 km, un viaggio di uno o due giorni.


Queste distanze e tempi di percorrenza sono stime basate sulle condizioni del Cinquecento, quando i viaggi erano spesso lenti e difficoltosi a causa delle condizioni stradali, del clima e della mancanza di mezzi di trasporto moderni. [8]


Le descrizioni di Chiericati sembrano quindi coerenti con le distanze reali e i tempi di percorrenza dell'epoca. Arrivato al cosiddetto Purgatorio di San Patrizio Chiericati descrive il luogo come un'isola circondata da un lago di quattro miglia di diametro, con una roccia al centro. Dopo aver suonato un corno e dato un segnale con un panno bianco, uno dei due servitori dei canonici regolari lo trasportò sull'isola in una barca scavata in un tronco di faggio. Chiericati descrive la disposizione del Purgatorio, con una piccola chiesa, una grotta e tre campane dedicate a San Brigida, San Patrizio e San Columba. Chiericati racconta le esperienze dei pellegrini che entravano nella grotta, alcuni dei quali vedevano visioni e subivano tentazioni diaboliche. Alcuni uscivano smemorati o pazzi, mentre altri non vedevano nulla ma soffrivano fame e freddo. Dopo aver visitato il Purgatorio, Chiericati ritornò a Dublino, descrivendo il viaggio di ritorno attraverso varie città e abbazie. Offrì anche osservazioni sulla geografia, il clima e la popolazione dell'Irlanda, notando la povertà del paese e le abitudini dei suoi abitanti.


Nel 1522, Chiericati fu nominato vescovo di Teramo da papa Adriano VI, incarico che ricoprì fino alla morte. Fu inviato da papa Leone X come commissario e nunzio papale in diverse missioni europee, tra cui quelle in Inghilterra, Portogallo e Spagna. Durante il suo soggiorno in Spagna, conobbe il cardinale Adriano Florentsz, che sarebbe diventato papa Adriano VI. Uno dei suoi principali compiti fu rappresentare il papa alla II Dieta di Norimberga nel 1522, dove cercò di ottenere un maggiore impegno dai principi tedeschi nella guerra contro i Turchi e nella repressione del luteranesimo. I suoi discorsi e i documenti presentati alla Dieta furono significativi per la storia della Riforma protestante [9]. Chiericati era anche amico di Antonio Pigafetta, che aveva preso parte alla spedizione di Ferdinando Magellano. Pigafetta inviò il suo diario del viaggio intorno al mondo a Chiericati, che lo rese disponibile ai partecipanti della Dieta di Norimberga. Storia alla quale dedicherò un prossimo articolo.


NOTE:

[1] - Il viaggio di Isabella Gonzaga in Provenza, di Domenico Santoro, ristampa anastatica, con prefazione di Rosanna Tempesta – Arbor Sapientiae Editore, 2017.

[2] - Quaderno n. 2, Storia e storie dalla Val di Comino a cura di Rosanna Tempesta e Ferdinando Marfella. Atti del convegno “Nel cinquecentenario del viaggio di Isabella d’Este Gonzaga in Provenza”.

[3] - Ferdinando Marfella, "Storie di gentildonne del Rinascimento: Isabella d'Este Gonzaga e Margherita Maloselli Cantelmo", Donne sulla linea del tempo, vol.2, pp. 59 - seguenti, ed. Associazione Genesi.

[4] - Purcell, Mary. “St. Patrick’s Purgatory: Francesco Chiericati’s Letter to Isabella d’Este.” Seanchas Ardmhacha: Journal of the Armagh Diocesan Historical Society 12, no. 2 (1987): 1–10.

[5] - Riportato anche dal saggio di Jacques Le Goff La nascita del Purgatorio del 1981.

[6] - Si veda il Quaderno dell'Archeoclub Val di Comino n.3:

"Alberico da Settefrati – Premessa alla pubblicazione" di Maria Antonietta Cedrone, p. 23;

"Alberico da Settefrati e la sua visione predantesca" di Giovanna Ioli, p. 27.

[7] - Il mancato viaggio di Isabella in Irlanda è stata sicuramente un'occasione mancata per avere informazioni su frate Alberigo da Settefrati, al quale di sicuro l'Equicola avrebbe fatto riferimento in un ipotetico commentario di viaggio.

[8] - Il viaggio è stato ricostruito sulla cartografia odierna ma tenendo conto delle velocità dei mezzi di trasporto dell'epoca.

[9] - Lo scisma con la Chiesa di Roma avverrà solo nel 1534, mentre nel 1517 i rapporti tra Inghilterra e Roma erano sostanzialmente buoni.

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