Santa Costanza, compatrona
Fede e tradizioni, la devozione dei sandonatesi a Santa Costanza.
di ROSANNA TEMPESTA
L'ultima domenica d'agosto, di ogni anno, nel nostro paese si celebra la festa in onore di Santa Costanza compatrona con una solenne processione. Negli anni passati era tradizione arricchire la ricorrenza con un mercatino di pignatte e cipolle, che si teneva durante la mattinata in piazza della Libertà. Il corpo della martire cristiana, uccisa con un colpo di spada alla gola, fu portato a San Donato dalle catacombe romane di San Callisto nell'anno 1756 e accolto dai nostri antenati "con onori regali".
Il suo vero nome non si conosce, ma i Sandonatesi la chiamarono Costanza ispirandosi alle poche parole che si leggevano ancora sul luogo della primitiva sepoltura corroso dal tempo: "Costante in fide...".
Nel 1797 le reliquie, conservate in un'urna di vetro, furono poste sotto l'altare maggiore, allora di legno, della chiesa di Santa Maria e San Marcello che proprio in quell'anno era stata restaurata. Nella relazione della visita pastorale del 1800, redatta dal vescovo Agostino Colaianni, si legge: "Adest etiam in eodem altari...Urna eleganter composita, et Crystallo ap.le anteriore munita, in qua osservatur Corpus Sanctae Constantie Martiris".
Nel 1876, il canonico Rufo organizzò i festeggiamenti del primo centenario della traslazione alla presenza di "numerosi genti" accorse anche dai paesi vicini.
Le celebrazioni del secondo centenario si svolsero nel 1956, dal 26 agosto al 2 settembre, ed ebbero inizio con una solenne processione. Le sacre spoglie, accompagnate da concerto bandistico, furono seguite per tutte le strade della cittadina da un "numerosissimo popolo" richiamato dai manifesti affissi su quasi tutte le facciate delle abitazioni.
Il due settembre, Monsignor Biagio Musto, assistito dal Clero, dal Cerimoniere vescovile, dai medici locali dottor Attilio Tempesta e dottor Tacito Leone e da un Notaio della Curia procedette alla ricognizione del corpo della martire che poi fu riposto e sigillato nell'urna di vetro unitamente ad una pergamena sulla quale sono annotati i nomi dei più quotati testimoni dell'avvenimento. Sulla piccola urna oggi poggia il capo di una statua supina della Santa.
Nel 1954, l'altare maggiore fu fatto costruire in marmo dalla sig.ra Francesca Coletti, figlia del cavalier Carlo, nel rispetto delle ultime volontà espresse da suo marito il dott. Umberto Bonaventura, così com'è scritto su una lapide posta sul lato sinistro della costruzione.
Per l’approfondimento vedi: “Il culto dio Santa Costanza in San Donato Val di Comino, dal 1756 ad oggi", Casamari 2002.